Caso Zaytsev: il piede in due scarpe

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Il caso Zaytsev ha occupato molti spazi dei giornali sportivi della settimana passata. Una storia che ha dell’incredibile: il giocatore migliore della nazionale italiana di pallavolo maschile, non parteciperà agli Europei in Polonia per via di una paio di scarpe. No, non è uno scherzo, ma è quanto è realmente accaduto a Ivan Zaytsev, lo schiacciatore russo naturalizzato italiano della Sir Safety Umbria Volley. Una vicenda che in due mesi non si è riuscita a risolvere nonostante l’intervento del presidente del CONI Giovanni Malagò.

Il caso Zaytsev scoppia a fine maggio quando il giocatore comunica alla Federazione Italiana Pallavolo di aver sottoscritto un contratto di sponsorizzazione con Adidas, che prevede la fornitura di scarpe da utilizzare durante gli allenamenti e le partite ufficiali. Al momento della comunicazione la FIPAV ha risposto a Zaytsev che la stessa ha un contratto in essere con l’azienda giapponese Mizuno, per la fornitura di tutto il materiale tecnico per la Nazionale, e che quindi tutti i giocatori sono tenuti ad indossare il materiale Mizuno. Ed è qui che è nato lo scontro. Perché il giocatore, di contro, ha risposto di non poter utilizzare le calzature fornite dallo sponsor federale per via di una problematica fisica. La Federazione e Mizuno hanno così presentato al giocatore tre diversi modelli di scarpe da pallavolo, che Zaytsev però ha rifiutato di indossare. Per andare in contro alle esigenze del giocatore, Mizuno ha inviato altri due modelli di scarpe, questa volta da basket, che il pallavolista ha utilizzato negli allenamenti durante l’ultima settimana. “Difficoltà funzionali” e “problemi all’intersuola” (a detta del giocatore) hanno portato Zaytsev a scartare anche questi modelli. La Federazione spazientita dal comportamento del giocatore, ha avanzato un’ultima proposta, ovvero quella di utilizzare le scarpe Adidas negli allenamenti coprendo il marchio dell’azienda, per dare il tempo a Mizuno di preparare un modello ad hoc in grado di soddisfare le sue esigenze. Ma anche questa proposta è stata rifiutata dal giocatore che, dopo aver inventato scuse a destra e a manca, finalmente ha sputato il rospo: i vincoli contrattuali con Adidas gli impedivano di accettare qualsiasi proposta. La FIPAV ha così chiesto l’intervento del Comitato Olimpico nella persona del suo presidente Giovanni Malagò, nella speranza di trovare una soluzione che soddisfacesse entrambe le parti. Una soluzione che purtroppo non è stata trovata e che ha portato all’inevitabile rottura, con la conseguente esclusione del giocatore dalla lista dei convocati che parteciperanno agli Europei in Polonia.

Martedì 18 luglio la Federazione ha comunicato al giocatore la revoca della convocazione con una lettera a firma del Segretario Generale Alberto Rabiti (comunicato ufficiale):

caso zaytsev associazione sportiva internazionale 1

“Egr. Sig. Zaytsev,

con la presente, nel prendere atto che, allo stato attuale, nonostante l’impegno profuso dalla FIPAV con il suo staff tecnico e medico e dallo sponsor con la messa a disposizione di materiale e modelli particolari, non è stata individuata una soluzione che possa contemperare le Sue esigenze personali con gli impegni assunti dalla FIPAV e con gli obblighi gravanti su tutti gli Atleti convocati, Le comunico la revoca con effetto immediato della convocazione dal raduno di Cavalese attualmente in corso.”

Il presidente del Coni ha cosi commentato il caso Zaytsev: “La querelle per le scarpe di Ivan Zaytsev non è risolta ed è stata ritirata la sua convocazione dalla nazionale. Le nuove scarpe non vanno bene, non ne conosco le motivazioni ma non posso che dispiacermi. Non so cosa sia successo in queste ultime 48 ore, speravo e pensavo che le cose fossero sistemate. Ci avevo messo la faccia su richiesta della federazione visti i miei rapporti personali con Zaytsev: sapevo che erano state realizzate delle scarpe da volley apposta per il giocatore, ma ora ho parlato con il presidente FIPAV e non si è trovata la soluzione tra lo sponsor tecnico della federazione e quello di Zaytsev. Questa situazione rappresenta una sconfitta: non possiamo che rispettare la decisione della FIPAV anche se non può che dispiacermi, ma è diritto e dovere della federazione agire in questo senso”

Il caso Zaytsev è una sconfitta per tutto il movimento, appunto, con errori da entrambe le parti. La Fipav poteva accorgersi prima di questo problema, senza aspettare il ritiro di Cavalese a ridosso dell’inizio degli Europei, il giocatore, invece, ha dimostrato di essere stato mal consigliato da chi cura i suoi interessi (il manager è la moglie) sia nella stipulazione di un contratto commerciale che poteva andare palesemente in contrasto con altre situazioni, sia nella strategia da utilizzare una volta scoppiata la querelle, magari convinto che la Federazione avrebbe fatto un passo indietro. Ma ciò, giustamente, non è accaduto.
L’Italia perde così uno dei pilastri della sua squadra per l’Europeo, ma ancor di più il giocatore perde l’opportunità di partecipare ad un evento cosi importante, ricordando che è grazie proprio alla nazionale che è nato il mito di Zaytsev.

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